L’autunno è il periodo migliore per raccogliere i funghi, anche se crescono in tutte le stagioni dell’anno ed i boschi del Mugello rappresentano un ambiente ideale per la loro crescita. Come ricorda Tebaldo Lorini “In Mugello i funghi sono sempre stati oggetto di raccolta da parte dei ceti popolari, perché servivano per piatti spesso risolutivi a sfamare famiglie numerose. In cucina erano il piatto di quelle famiglie che non possedavano la terra né la coltivavano. Il fungo da solo, ma spesso in aggiunta a patate, legumi o cereali serviva a riempire le pance e gli stomaci”.
Il fungo è sempre stato avvolto da un alone di mistero, si nasconde agli occhi dell’uomo, cresce magicamente in una notte e la mattina dopo è pronto per essere raccolto.
Queste creature del bosco hanno influito anche nella mitologia. I greci credevano che i fulmini lanciati da Giove contro la moglie Giunone, quando arrivavano a terra si trasformassero in un fungo. Mentre per i popoli nordici, i funghi nascevano dalla schiuma della bocca del cavallo di Odino.
Tante sono anche le credenze popolari legate ai funghi. Un tempo si credeva che per fare un bel raccolto di funghi fosse necessario uscire con il vestiario al rovescio. Per questo, quando si incontrava qualcuno con la maglia o la camicia al contrario, ci si rivolgeva a lui chiedendo: “Ma che vai a cercare i funghi?”. Oppure si pensava che una volta scoperto un fungo nel bosco, questo andasse subito raccolto perché avrebbe smesso comunque di crescere. In realtà questa era solo un’ottima scusa per raccoglierli anche da piccoli.
Riguardo poi ad individuare i funghi velenosi, si credeva che, se a contatto con l’argento lo avrebbero annerito o che, se messi a contatto con prezzemolo o mollica di pane, questi ultimi avrebbero cambiato colore. Per non parlare di altri inutili espedienti come l’utilizzo del gatto come cavia, o la preparazione con aglio o cipolla, per testare la commestibilità dei funghi.
Quindi l’unico modo per essere sicuri della loro commestibilità è conoscerli!
La ricetta che segue, degli “Ovuli in fricassea” è tratta da “Funghi in Mugello dal bosco alla tavola” di Tebaldo Lorini.
RICETTA
Ingredienti :
- Ovuli gr.400
- Burro gr.100
- Tuorli d’uovo n.4
- Succo di ½ limone
- Brodo vegetale
- Sale, pepe, prezzemolo
- Due fette di pane fritto a persona
Preparazione
Tagliate gli ovuli a fette sottili e fatele soffriggere nel burro con sale, pepe e prezzemolo.
A parte sbattete bene i tuorli con il limone ed un poco di brodo vegetale.
Aggiungeteli ai funghi e fate appena rappprendere.
Servite nel piatto su crostoni di pane fritto nel burro.