Questo piatto utilizza due prodotti che una volta erano tipici dell’economia e della vita della famiglia contadina: il sedano e l’orzo.
Il sedano veniva coltivato in genere all’entrata dell’orto, insieme a tutte le altre erbe aromatiche, come salvia, rosmarino, pepolino, timo e prezzemolo che dalle nostre parti erano chiamate odori. Nelle lunghe e fredde notti di inverno, gli odori venivano coperti da un sacco di iuta, sorretto da 4 paletti per proteggerli dalle gelate; vicino agli odori erano seminate le carote, anch’esse usate dalle massaie come aroma nella cucina contadina.
L’orzo, cereale della famiglia delle Graminacee, è considerato “il cereale più antico del mondo” per l’ampio uso che ne veniva fatto già nell’antichità. I nostri contadini lo coltivavano soprattutto come alimento zootecnico ma anche come surrogato del caffè dopo averlo tostato con un apposito tostino.
Il mulino quindi non macinava soltanto frumento, ma anche altri cereali, orzo, mais e avena, che rivestivano un ruolo fondamentale nell’alimentazione degli animali della casa colonica. L’orzo in particolare era utilizzato insieme all’avena per il pastone dei paperi. Integrava l’erba e il fieno per l’alimentazione dei conigli e la farina d’orzo veniva utilizzata per i maiali insieme alla farina di mais e d’avena sciolte in acqua.
Nell’alimentazione della famiglia invece trovava spazio durante la prima colazione dei bambini, che spesso era a base di pane e caffellatte fatto con l’orzo tostato. In estate, durante la mietitura del grano, dell’avena e dell’orzo, si prelevava una piccola quantità d’orzo che veniva messa ad essiccare. Ogni volta che si cuoceva il pane si utilizzava il calore residuo del forno per tostare l’orzo che poi veniva macinato con un piccolo macinino a mano ed usato come surrogato del caffè.
Ma l’orzo, durante la Seconda Guerra Mondiale, trovò un grande impiego al posto del caffè un po’ in tutte le case e non solo presso i contadini. A causa dell’embargo della Società delle Nazioni e dell’autarchia, si cercò di produrre una serie di surrogati, come il carcadè (surrogato del tè), il caffè d’orzo o di cicoria. In quel periodo il consumo dei surrogati era addirittura superiore a quello del caffè divenuto ormai troppo costoso o introvabile. Oggi l’orzo per il suo sapore delicato, le sue proprietà nutritive e per la sua ottima versatilità è diventato ormai immancabile nelle nostre cucine per preparare minestre, zuppe, piatti freddi e caldi o sotto forma di farina.
Din don, domani è festa,
si mangia la minestra;
la minestra non mi piace,
si mangia pane e brace;
la brace è troppo nera,
si mangia pane e pera;
la pera è troppo bianca,
si mangia pane e panca;
la panca è troppo dura,
si va a letto addirittura.
RICETTA
Ingredienti :
- Orzo perlato gr.100
- Sedano gr.150 (la parte interna più tenera)
- Una cipolla rossa piccola
- Brodo vegetale ml.600
- Olio E.V.O. q.b.
- Sale, pepe
- Parmigiano grattugiato q.b.
Procedimento
Tritate finemente la cipolla, mettetela in un tegame con poco olio E.V.O. e fatela appassire dolcemente.
Nel frattempo tagliate finemente il sedano.
Quando la cipolla sarà appassita unite il sedano, l’orzo precedentemente sciacquato sotto acqua corrente e il brodo vegetale. Salate e pepate.
Coprite il tegame e fate cuocere a fiamma bassa per trenta minuti.
A cottura ultimata spegnete il fuoco.
Lasciate riposare per pochi minuti e servite con del parmigiano grattugiato ed un filo d’olio.